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20 01 2014 | Rimini | Palacongressi, i dubbi di Lombardi sulla privatizzazione

Lunedì, 20 Gennaio 2014

tortora-scuroRimini | Palacongressi, i dubbi di Lombardi sulla privatizzazione

 

Dopo la visita di Silvio Berlusconi a Sant’Andrea della Fratte (nella sede nazionale del Pd a Roma) tutto è possibile. Anche che Marco Lombardi spezza una lancia a favore della rete comunale delle partecipate (con il Palacongressi da diverse settimane nell’occhio del ciclone). Il tutto all’insegna di “un nuovo clima che pare essere più sereno e consentire di non confondere atteggiamenti collaborativi e responsabili con l'inciucio”.

 
Il palacongressi è una cosa diversa dall’aeroporto, attacca Lombardi. Su Aeradria non voglio tornare ma la vicenda, in maniera molto semplicistica ed al netto di alcune evidenti "improvvisazioni" degli amministratori, esplode con l'incapacità di Provincia e Comune di mantenere gli impegni sulla ricapitalizzazione e sul rifinanziamento della società che nel frattempo, forse in maniera improvvida, si era notevolmente indebitata per i lavori necessari a sostenere il consistente aumento di traffico aereo”.
Il palacongressi è cosa diversa. “Chi ha più memoria si ricorderà che si è discusso a lungo, anche con il nostro apporto, su come intervenire (ristrutturazione del vecchio o nuova costruzione) e su dove intervenire (zona Marano, zona stazione o vecchia Fiera) ed al termine di tutti questi ragionamenti, spinti dagli operatori turistici e dalle indagini di mercato, chi governava la città decise di farlo lì e di farlo nuovo, per competere non con il palacongressi di Riccione (altro grande errore delle amministrazioni di sinistra) ma con il mercato europeo e mondiale”.


Quella del palas è stata una scommessa che si è fondata su incognite legate al futuro. “La capacità degli albergatori di pagare le royalty, la capacita professionale del Convention Bureau di garantire un canone d'affitto adeguato al nuovo Palas e da ultimo la possibilità dei soci pubblici di coprire quella parte di finanziamento che dovevano garantire con due mutui (mutuo Mps con garanzia dell'immobile e mutuo Unicredit con garanzia sulle azioni di maggioranza di Fiera di Rimini). A distanza di anni da tali previsioni, tutti e tre questi elementi sono andati in crisi a causa della crisi mondiale e quindi la strategia finanziaria ipotizzata scricchiola e logicamente va rivista. Ora cercare le responsabilità gestionali in questo caso, è un esercizio superfluo per chi fa politica, e lanciare "l'ideona" della privatizzazione riempie la bocca di liberali di complemento ma non tenendo conto della realtà, corre il rischio di distruggere senza costruire nulla”.


Chi mai acquisterebbe oggi le azioni del Palas avendo difficilissimi prospettive di guadagno sulla gestione come in tutte le altre strutture simili nel mondo, e dovendo pagare il costo residuo dell'immobile? E’ la domanda di Lombardi. “Dubito che ci siano privati sensibili ad una tale operazione. Cosa diversa sarebbero le azioni della Fiera ma sono già date in garanzia da Comune, Provincia e Camera di Commercio”.


La soluzione possibile, seguendo a questo punto la lezione di Aeradria, è “una gestione dei soci pubblici, magari più professionale e meno attenta agli equilibri politici interni alla sinistra gnassiana”. Questa sì, secondo Lombardi, che “potrebbe garantire per la collettività quel risultato che la Fiera ha già ottenuto e consolidato negli anni. Perché è bene ricordare che con un investimento di 40 milioni di risorse pubbliche, la collettività si trova oggi un patrimonio oltre 200 milioni di euro. Quindi attenzione a seminare sospetti e facili soluzioni in base agli umori dell'opinione pubblica del momento perché siccome al peggio non c'è mai fine si corre il rischio di allarmare il sistema creditizio e passare da una situazione difficile ad una situazione fallimentare”.


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